sabato 30 aprile 2011

B: Batterie

Di solito i telecomandi sono alimentati da piccole batterie AAA o AA o, A23, talvolta anche a litio. Questi dispositivi, chiamati anche pile, convertono l'energia chimica in energia elettrica sfruttando delle reazioni di ossidoriduzione che avvengono tra 2 elettrodi di diverso o identico materiale metallico immersi in soluzioni elettrolitiche acide o basiche. Per i telecomandi possono essere utilizzate sia le batterie non ricaricabili (batterie secondarie o accumulatori di carica elettrica), che ricaricabili (batterie primarie), collegate in serie o in parallelo. In entrambi i casi durante la fase di scarica avviene la produzione di corrente continua, il cui potenziale elettrico è funzione delle reazioni di ossidazione e riduzione che vi avvengono. Una pila si scarica quando queste reazioni chimiche raggiungono lo stato di equilibrio. Generalmente le pile sono considerate come sistemi ad alta densità energetica ma a bassa potenza, contrariamente ai supercondensatori.


mercoledì 27 aprile 2011

A: Adler

Adler Robert, inventore prolifico, ha ricevuto più di 180 brevetti negli Stati Uniti nel corso della sua vita, ma solo una delle sue creazioni ha rivoluzionato un settore che ha cambiato il volto della vita moderna.
Egli è stato il co-inventore del telecomando, il dispositivo che ha stravolto il modo di guardare la televisione, sin dalla sua introduzione. Insieme all’ amico ingegnere  Eugene Polley, ha contribuito alla diffusione del primo telecomando commerciale senza fili, lo "Zenith Space Command" sul mercato nel 1956.

mercoledì 20 aprile 2011

Il TELECOMANDO A 360°

Il modo migliore per conoscere i vari usi, la storia, la tecnica, gli inventori, e tanto altro ancora sul telecomando...!

giovedì 14 aprile 2011

Intoduzione

 Nel momento in cui l’uomo iniziò a creare le macchine, spesso  si pose il problema di come farle funzionare azionandole a distanza. Inizialmente trovò delle soluzioni creando dei dispositivi meccanici che gli permettevano di svolgere questa funzione. Ma con il passare del tempo, e con l’evolversi della tecnologia, iniziarono ad essere progettati e costruiti dei dispositivi elettronici che consentivano solamente di inviare segnali ad un altro dispositivo situato a distanza in modo da comandarlo. Così nacquero negli Stati uniti poco dopo la seconda guerra mondiale i primi telecomandi. Si trattava di alcuni modelli utilizzati per accendere, spegnere e cambiare canale in un televisore. Inizialmente erano collegati con un cavo che serviva per trasmettere il segnale. I primi modelli di telecomando senza fili furono costruiti alcuni anni dopo, sostituendo gradualmente i precedenti. Il primo telecomando senza fili funzionale fu sviluppato da Robert Adler; era basato sull'utilizzo degli ultrasuoni ed era senza batterie dato che gli ultrasuoni erano generati in modo meccanico. Era comunque relativamente pesante e nel giro di poco tempo fu sostituito da telecomandi a batteria più leggeri e maneggevoli. Attualmente il telecomando è generalmente un oggetto di piccole dimensioni alimentato da piccole pile, fatto per poter essere tenuto agevolmente in una mano, o comunque trasportato facilmente da un luogo ad un altro senza necessità di spostare il dispositivo telecomandato. Oggi le funzioni dei telecomandi sono molteplici e svariano nei campi più diversi: dall'uso dei televisori o degli apparati hi-fi, all’ambito dei modellismo (macchine radiocomandate, elicotteri,..), all’apertura e chiusura di porte e cancelli, nonché al comando di impianti di illuminazione, ecc….

mercoledì 6 aprile 2011

ETIMOLOGIA

Parola composta da "tele-", dal greco 'lontano', col valore di 'a distanza, da lontano', e "-comando", dal latino volgare commandare (latino classico commendare), composto di cum 'con' e mandare 'affidare, raccomandare'.

DIZIONARIO


  • Italiano: telecomando
  • Inglese: remote control device
  • Francese: télécommande 
  • Spagnolo: mando a distancia
  • Portoghese: controle remoto
  • Tedesco: fernsteuerung 
  • Esperanto: teleregilo
  • Cinese : 遙控裝置 (Yáokòng zhuāngzhì)